I libri Effigi su Manciano, Pitigliano, Sorano.

Scansano. Giugno 1944: tra Resistenza e passaggio del fronte

1200px-ScansanoPanoramaNel territorio del Comune di Scansano, caratterizzato dalla presenza di vaste zone boschive, si formarono vari gruppi di renitenti alla chiamata alle armi della repubblica di Salò già dall’autunno 1943. L’unione di alcuni di questi gruppi divenne la formazione partigiana denominata Tigrotti di maremma, posizionata fra Cana e Baccinello, comandata da Domenico Ottaviani. La formazione, nacque alla fine del 1943 e fu costretta a disperdersi nel febbraio 1944, dopo un rastrellamento nelle macchie di Scansano, a seguito dell’uccisione di un carabiniere della GNR avvenuto a Stribugliano. A fine febbraio del 1944, nella zona di Murci – Pomonte, si posizionò la formazione del Tenente Luigi Canzanelli, conosciuto come “Tenente Gino”. Dopo la sua morte, avvenuta il 7 maggio nei pressi di Murci ad opera della Compagnia di Ordine Pubblico della GNR, e lo sbandamento della sua formazione, i renitenti della zona, coordinati e riorganizzati da Domenico Ottaviani, si ricompattarono in una nuova formazione, collegandosi anche con l’agente informativo del SIM Valfredo Bertini. Questi, che con la sigla di Missione Flax era posizionato al Granaione, inviava informazioni agli alleati al Sud. Il 28 maggio 1944 il gruppo di Ottaviani si rese protagonista della ricezione e della messa al sicuro di un aviolancio inglese richiesto dalla Missione Flax, composto da armi (circa 60 mitra tipo Sten), munizioni, bombe a mano, viveri, indumenti e materiale vario. Armi e altro materiale furono poi distribuite tra le varie bande partigiane della zona, in particolare vennero consegnate al Tenente Fiorenzo Pellicci di Monte Bottigli e soprattutto al Tenente Antonio Lucchini e ai suoi uomini di Manciano-Montauto, fra i quali molti erano in precedenza appartenuti alla banda di Murci del “Tenente Gino”.
Il 3 giugno 1944 una pattuglia partigiana di “Tripoli”(nome di battaglia di Domenico Ottaviani), si scontrò con reparti tedeschi nella zona di Baccinello. Fu ucciso il partigiano Aldo Martini e ferito Farneschi Scevola. Nell’azione rimasero feriti un numero imprecisato di tedeschi.
A Scansano capoluogo non fu mai costituita una vera formazione partigiana. Solo ai primi di giugno nacque un gruppo di patrioti agli ordini del Maresciallo marconista della Regia Aeronautica Aroldo Sfiori. Il 7 e il 10 giugno 1944 Scansano fu colpito da due bombardamenti aerei alleati, indirizzati a colpire le colonne tedesche in ripiegamento verso nord e che spinsero la popolazione a sfollare fuori dal centro abitato. Nel frattempo la struttura della RSI era collassata con il ripiegamento al Nord di tutti i fascisti più compromessi (Colonna Barberini – 9/10 giugno 1944). Fu così che venne occupata la caserma dei carabinieri, o meglio le sue macerie, visto che era stata colpita nel bombardamento, e preso possesso delle armi rinvenute (alcuni moschetti tipo ’91 e molti fucili da caccia sequestrati ai civili). Altre armi vennero recuperate da elementi della Guardia di Finanza. Per evitare che le colonne tedesche in ripiegamento passassero da Scansano, vennero fatti saltare in aria alcuni ponti limitrofi: ponte della Cerreta (strada consorziale che da Scansano conduceva alla miniera di Cerreto Piano) ed in particolare quello del Romitorio, posto lungo la strada provinciale Scansano-Magliano in Toscana. Con l’obiettivo di evitare altri bombardamenti, nelle giornate dell’11 e 12 giugno 1944 vennero fatte segnalazioni agli aerei alleati in transito dalla località Olmi Alti, a mezzo scritte, bandiere e specchi. Segnalazioni comprese dagli aerei, che fecero alcune evoluzioni significative. Il giorno 13 giugno si costituì un vero gruppo armato più consistente, formato da elementi popolani aggregatesi spontaneamente per la salvaguardia del paese. Nel pomeriggio del giorno 13 i partigiani osservarono dagli Olmi Alti che i tedeschi venivano bombardati con colpi di artiglieria lungo la strada Magliano-Montiano, segno evidente che gli alleati erano ormai prossimi a raggiungere il paese. Per favorire l’avanzata alleata, ed evitare che i tedeschi raggiungessero gli Olmi Alti, dove si trovavano molti sfollati anche di Grosseto e Orbetello, venne inviata una pattuglia di 7 uomini, al comando di Silvio Dell’Ampio, con l’obiettivo di far saltare in aria il ponte dell’Aione. La missione fallì perché i tedeschi presidiavano il ponte. Avendo compreso che gli alleati erano vicini, in zona Salaiolo, e che i tedeschi sembravano intenzionati a prendere posizione difensiva sulle alture scansanesi ed in Scansano stessa, tutti gli elementi armati della banda si diressero in località Croce di Baldassarre e Caselle Nuovo, con l’incarico di far fronte ai tedeschi per consentire agli americani una più rapida avanzata. La mattina del 14 giugno si svolse uno scontro alla periferia di Scansano tra i partigiani ed una trentina di tedeschi, che vennero così disturbati dal contrastare gli alleati. Scansano fu liberata nella giornata del 14 giugno 1944, raggiunta dai soldati americani del 361° Reggimento di fanteria, supportati da carri armati e artiglieria.
Dopo la Liberazione, il Comitato di Liberazione locale nominò sindaco di Scansano Francesco Bizzarri (Vittorio Emanuele all’anagrafe), nato a Scansano il 10/12/1890, di professione sarto, comunista. Era stato denunciato e arrestato nel 1926 per propaganda antifascista e condannato a 3 anni di confino a Lipari, poi ridotti a 2 in appello. Durante il confino ebbe modo di conoscere grandi personalità della Resistenza italiana: Emilio Lussu, Fausto Nitti, Pietrantonio Palladino e Ferruccio Parri.

Fonti:
La provincia di Grosseto alla macchia 1943/1944, ANPI Grosseto, 1965
Relazione della Formazione di Scansano
Relazione Tigrotti di Maremma

Franco Dominici