Tanti cambiamenti in questo 2018. Quali quelli concreti nell’immediato?
Lo scorso 8 giugno l’assemblea ha eletto il nuov o consiglio di amministrazione del ns consorzio di tutela, si respira un’aria differente rispetto al recente passato. Riprenderemo alcuni progetti che si erano interrotti o avevano rallentato negli ultimi due anni e ne metteremo in cantiere di nuovi. Tema importante sarà quello che riguarda il disciplinare , con la nascita della DOC Pitigliano un brand nuovo , unico per i vini bianchi e rossi, che ci aiuterà sicuramente nel rilancio della nostra DOC. Il disciplinare è già stato fatto , pubblicato sul BURT della regione, stiamo aspettando che il nuovo Ministro nomini il Comitato Nazionale Vini per avviare l’iter verso la definitiva approvazione. Purtroppo la cosa sta andando per le lunghe e probabilmente si andrà alla vendemmia 2019, ma è un dossier già istituito grazie al contributo di Luca Pollini un tecnico di assoluto valore . Proseguiremo poi il percorso intrapreso con la riscoperta e la valorizzazione dei vitigni autoctoni e tradizionali: Nocchianelli, Procanico, Ciliegiolo etc. Stiamo considerando infine la possibilità di creare un biodistretto nel nostro territorio. Se ne occuperà una commissione costituita ad hoc e presieduta da Stefano Formiconi: legare la promozione dei vini ad un immagine di territorio di qualità e fornire un adeguata conoscenza e strumenti tecnici ai viticoltori sono insieme strumenti e obbiettivi del biodistretto
Si parlava anche di una sottozona?
Si un’altra novità importante , inserita nel disciplinare della DOC Pitigliano, è quella legata alla menzione “Pitigliano Classico”, sul modello di Soave, Orvieto, Chianti etc. , ovvero un’area delimitata con la sua identità territoriale, legata al tufo, e storica.
Vini vulcanici e territorio altro legame inscindibile che andrebbe ripreso sempre nell’ottica di quella promozione territoriale
Si, continueremo con una promozione specifica verso la declinazione “Vini Vulcanici”. C’è allo studio anche un’ulteriore rafforzamento del marchio “Volcanic wines” con la richiesta di validazione dei suoli vulcanici da parte della Società Geologica Italiana , fondata nel 1881, la più antica e rappresentativa associazione scientifica italiana nel campo delle geoscienze.
Si intuisce che siamo di fronte ad una possibile svolta, uno spirito diverso di cooperazione che può portare ottimi risultati. Quali?
Come dissi tempo fa in un’altra intervista “Si può fare”. Credo che il mondo del vino nelle nostre zone sia ar rivato ad un punto di non ritorno , o si decide di puntare in maniera differente su questo prodotto, o bisognerà guardare ad a ltro. Credo che ci siano tantissime potenzialità ancora inespresse. Territorio, nuovo brand, agricoltura biologica, vitigni tradizi onali e vulcano mi sembrano i capisaldi con i quali proseguire o in certi casi ripartire per guardare al futur o del nostro mondo vitivinicolo; un futuro che deve produrre reddito e far riavvicinare il territorio a questo settore, un futuro differente all’i nsegna dell’ottimismo. Queste sono le ragioni che mi hanno spinto, dopo due anni, ad accettare di nuovo l’incarico di presidente del consorzio di tutela.