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No alle diete fasulle 7 kg in 7 giorni!

Mira al raggiungimento di un equilibrio alimentare di lungo periodo

frutta-dietaMolte tra le diete proposte su giornali e riviste sono fortemente squilibranti. La dieta yogurt, la dieta del minestrone, la dieta acqua e digiuno, etc., hanno sicuramente un effetto immediato sul peso, ma raramente sulla perdita di grasso. Si tratta infatti di un’assunzione ridotta di calorie che porta ad un deperimento (perdita di muscolo e liquidi) piuttosto che ad un dimagrimento. Quello a cui invece ogni dieta dovrebbe mirare, è il raggiungimento di un regime alimentare stabile e sostenibile nel tempo, che porti a raggiungere il peso auspicabile, settimana dopo settimana, senza poi riprendere con gli interessi tutto il peso perduto.

Questo però deve avvenire con la giusta lentezza che consenta a tutti i sistemi (nervoso, ormonale, scheletrico, immunitario, psichico) di evolversi nella giusta direzione.

Non ha senso seguire un regime dietologico che obblighi a complicati calcoli, ma una dieta che funzioni deve consentire una facile composizione dei pasti, lasciando anche un po’ di soddisfazione; più una dieta è complicata e meno a lungo si riuscirà a gestirla. Ma una dieta (stile di vita) non può e non deve mai essere “limitata nel tempo”. Se lo è, significa che sta squilibrando qualche fattore, i cui esiti potrebbero non essere piacevoli.

Se vogliamo veramente essere più magri e tonici dobbiamo trovare un modo che ci consenta di “sentire” il giusto modo di alimentarci; in altre parole: di far diventare la “dieta” una nostra piacevole abitudine quotidiana.

Per far sì che una dieta funzioni occorre che le dinamiche di calo del peso siano indotte da comportamenti alimentari e di stile di vita in grado di indurre perdita di massa grassa e aumento di quella magra (muscolo).

Tra i comportamenti necessari al raggiungimento di questo obiettivo ve ne sono alcuni particolarmente importanti: – il movimento fisico (camminata per 1 ora, 5 volte alla settimana); – una ricca colazione (con frutta, latte o yogurt, carboidrati complessi come pane o cereali integrali e con almeno una fonte proteica da scegliere tra formaggi, uova, affettati, semi oleosi), un pranzo completo e bilanciato (ad es. verdura, pasta o riso integrali, una fonte proteica come carne, pesce, legumi, uova, affettati o formaggi, e frutta) ed una cena leggera (ad es. pane integrale, una fonte proteica, verdura e frutta); – un adeguato apporto di proteine nel corso della giornata (presenti in tutti e tre i pasti); – un attento controllo degli zuccheri semplici (dolci, biscotti, brioches, prodotti da forno, bibite zuccherate, zucchero aggiunto, caramelle, etc..).

Un pasto misto con proteine e carboidrati genera minori sbalzi insulinici rispetto ad un pasto di soli carboidrati. Ma per tenere sotto controllo la glicemia (livello di zuccheri nel sangue) e gli sbalzi insulinici che conseguono ai continui su e giù glicemici (con indesiderato ingrassamento e infiammazione), occorre che i carboidrati siano completi (integrali) e che vengano consumati legumi, frutta secca e frutta e verdura fresca di stagione.

Gli sbalzi insulinici generano anche sbalzi frequenti di umore dimostrando lo stretto legame tra alimentazione troppo ricca di zucchero e stato dell’umore. Le altalene dell’insulina inoltre generano immotivate sensazioni di fame non connesse con la vera necessità di mangiare (carico di zuccheri = produzione massiccia di insulina = ipoglicemia = fame = altro carico di zuccheri e via con questo circolo vizioso che porta inevitabilmente ad ingrassare e poi nel tempo al diabete).

Un’altra regola importante da perseguire è l’eliminazione dei cibi intossicanti o impoveriti.

A ciascuno di noi appare lampante come addentare un pomodoro appena colto sotto il sole d’estate abbia tutt’altro sapore rispetto all’aprire una scatola di pelati con cui fare il sugo.

Ma non si tratta soltanto di sensazioni gustative: le sostanze nutritive presenti nei cibi spariscono velocemente via via che i cibi vengono cotti, lavorati, raffinati, conservati; ed il corpo se ne accorge, trovandosi così costretto a continuare a cercare altri cibi per procurarsi ciò che gli serve.

Risulta quindi necessario alimentarsi ogni giorno con qualche cibo che sia “crudo, vivo e colorato”. Dalla carota al pezzetto di mela, dal gambo di sedano da sgranocchiare al ravanello prima di cena, l’assunzione di questo genere di cibi stimola l’attivazione del sistema immunitario e porta il nostro apparato digerente a limitare al massimo gli effetti infiammatori e squilibranti degli alimenti meno freschi e colorati con cui normalmente ci nutriamo.

La difesa attuata dal nostro sistema immunitario è quindi particolarmente importante, soprattutto se pensiamo a quanti e quali inquinanti dobbiamo sopportare nei cibi con cui quotidianamente ci alimentiamo: dai conservanti nei salumi (nitriti e nitrati), nei formaggi, nei vini e nelle bibite (anidride solforosa), ai grassi vegetali idrogenati (pan carré, grissini, merendine, biscotti), dai residui di pesticidi su frutta e verdura ai metalli pesanti (piombo, mercurio, alluminio, cadmio).

Parliamo infine della compensazione psicosomatica del dimagrimento. Si ingrassa perché si mangia troppo, o troppo male, e l’atto del mangiare è uno degli atti più consolatori che possono esistere.

Ciascuno di noi, infatti, tende a sfogare sul cibo le proprie frustrazioni, le proprie tensioni, la propria solitudine. Ci siamo abituati sin da neonati: se piangevamo troppo la mamma ci porgeva la poppa traboccante di caldo latte, e da allora il cibo ha rappresentato per noi un saldo rifugio (ma se privo di controllo, molto pericoloso).

Come abbiamo visto in questo breve articolo perdere grasso è possibile, basta però non farsi ammaliare da “panacee miracolose” ma affidarsi a professionisti seri del settore, volersi bene e prendersi maggiormente cura di sé, avvalendosi sempre di testa, cuore e positività.

Francesco Anichini

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