I libri Effigi su Manciano, Pitigliano, Sorano.

Un disastro nella Strada Maremmana: la frana del 9 settembre 1928 a Pitigliano

In memoria delle vittime della frana.

Da "La Domenica del Corriere" del 23 settembre 1928

Da “La Domenica del Corriere” del 23 settembre 1928 www.carabinieri.it

La chiesa della Madonna delle Grazie, che sorge a un chilometro da Pitigliano, in direzione di Manciano, nacque come cappella dedicata al culto della Vergine Maria agli inizi del XV secolo e già dopo qualche decennio fu modificata e ampliata in seguito all’insediamento di una comunità conventuale di francescani. Il convento francescano fu poi soppresso dai Lorena nel 1783.
La chiesa, restaurata nel 1962, contiene, nel punto in cui l’unica navata si restringe, due recenti pitture raffiguranti una processione dal Santuario a Pitigliano con l’immagine della Madonna, durante una terribile pestilenza dei primi decenni del 1500, e l’apparizione della Vergine agli appestati all’interno del palazzo Orsini. Dalla fine di una nuova epidemia (1580), per oltre due secoli, si tenne una processione di ringraziamento che da Pitigliano raggiungeva il santuario la prima domenica di ogni mese, presenti sempre due consiglieri della Comunità.
Ed era domenica mattina[1] quel 9 settembre 1928, quando la processione al Santuario si trasformò in un’immane tragedia. Al ritorno dal pellegrinaggio, così si legge nella delibera del podestà, cinque donne e una bambina furono travolte da una frana distaccatasi improvvisamente al lato della strada nazionale n. 74, poco distante dalla chiesa. Le vittime furono: Panichi Adele fu Francesco, nei Bazzoni, di anni 61; Mori Anna fu Oreste, negli Allegrini, di anni 35; Raffaelli Francesca di Angelo, di anni 22; Colonnelli Assunta di Alessandro, nei Mosconi, di anni 40; Mosconi Giuseppina di Egidio, di anni 7; Profili Maddalena nei Denci, di anni 44.
Nella delibera dell’11 settembre, il podestà Giuseppe Bruscalupi disponeva le spese necessarie ai soccorsi, per i funerali e per la concessione gratuita dei loculi comunali per i defunti. Tutto questo “per risollevare per tal modo anche le famiglie colpite da una perdita così grave e così dolorosa dallo stato di profondo abbattimento in cui le ha piombate un destino tanto crudele, dimostrando in tal modo che le Autorità e la cittadinanza non sono insensibili al grido di dolore di tanti sventurati, e vi prendono viva parte tutto il popolo commosso con profondo cordoglio[2]. Il 29 dicembre del 1928, con delibera n. 508, il podestà decise di devolvere i sussidi ricevuti dal Ministero e dall’Amministrazione provinciale, una somma di lire 20.000, alle famiglie delle vittime e alle persone rimaste ferite. Ricevettero aiuti economici: Egidio Mosconi, che aveva perso la moglie e una figlia, Giulio Allegrini, rimasto vedovo, Angelo Bozzoni, anche lui per la perdita della consorte e così Angelo Denci. Ottennero un sussidio anche Emilia e Maria Ghezzi, perché erano state ferite dalla frana[3].
Verosimilmente i feriti dovettero essere molti di più, poiché nelle spese sostenute dal municipio, vi sono riportate quelle per Pietro Cirilli, il quale fu remunerato per 3 vetture, per il trasporto dei feriti e delle famiglie. Le spese sostenute dal municipio per le esequie, casse, trasporto, loculi, foto di Adolfo Denci, spese per la Milizia ecc., ammontarono a lire 4350, di cui furono liquidate subito 3350[4].
Il podestà Giuseppe Bruscalupi, encomiò, con apposita delibera, l’opera di due reali carabinieri della stazione di Pitigliano, Remo Bartolucci e Narciso Fortini, “che si trovavano sul luogo della sciagura dalle primissime ore del giorno in servizio di perlustrazione e vigilanza, accortisi prontamente dell’imminente caduta, anziché preoccuparsi della propria salvezza, si divisero accorrendo rapidamente l’uno da una direzione e l’altro dalla direzione opposta, per fermare il transito, riuscendo per tal modo a evitare che la caduta avesse conseguenze fatali assai più gravi, come avrebbe avuto senza il loro intervento[5].
Non tutte le vittime perirono sotto la frana: due di loro, madre e figlia, Assunta Colonnelli e Giuseppina Mosconi, spirarono, la prima il 10 settembre 1928 all’ospedale di Manciano, Giuseppina a quello di Pitigliano il giorno 12[6].

Franco Dominici e Giulietto Betti

Note

[1] Nel registro dei Morti del Comune di Pitigliano, l’ora della frana risulta essere alle 6 e trenta del 9 settembre, alle ore 6 nel registro dei morti dell’Archivio vescovile che citiamo a nota più avanti.

[2] Archivio del Comune di Pitigliano, Deliberazioni del Podestà, 11 settembre 1928, n. 273

[3] Archivio del Comune di Pitigliano, Deliberazioni del Podestà, 29 dicembre  1928, n. 507.

[4] Ibidem.

[5] Archivio del Comune di Pitigliano, Deliberazioni del Podestà, 31 ottobre 1928, n. 288.

[6] Archivio Storico diocesano di Pitigliano, Fondo della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Cattedrale di Pitigliano, Libro dei morti n. 39.